Chi ha il coraggio di dire al CEO o ad un collaboratore:
- “Come un uomo d'affari è davvero in gamba! Ma come relatore e comunicatore è terribile!”
- “Sarà bravo nel suo lavoro, ma quando deve relazionarsi con gli altri (o con i clienti) è un disastro!”
- "Quando apre bocca, anche se ha ragione, c'è da mettersi le mani nei capelli!"
- "Il problema non è quello che dice, ma come!"
- "Quando parla, si addormentano tutti: è noioso e lento!"
Certo non sono affermazioni simpatiche o facili da fare a qualcuno: eppure quante volte ci è capitato di pensarlo. E ci siamo mai chiesti se qualcuno lo ha mai pensato di noi?
Ci siamo chiesti quali sono i punti principali su cui porre la propria attenzione per non essere giudicati dei pessimi comunicatori?
- Lavorare sui contenuti (Cosa comunichi?) e sulle relazioni (Come lo comunichi?).
- Analizzare l'ambiente (dove le persone ascolteranno), il tempo (in che momento della giornata) e gli strumenti (cosa utilizzerò per trasmettere i contenuti)
- Programmare i nostri obiettivi (In che modo ho programmato quello che sto dicendo?) e ad annotare i punti che tratterò durante il mio intervento.
- Impariare a riconoscere i propri comportamenti (Posso essere frainteso? Perché succede?) e a controllare la propria comunicazione non verbale e paraverbale (gesti e voce)
Oggi gli alti dirigenti stanno diventando sempre più visibili. Essi sono spesso chiamati ad affrontare gli azionisti, analisti finanziari, rappresentanti di vendita, team da gestire, clienti, etc.
Senza una auto-formazione (o formazione) adeguata su queste competenze relazionali, non si ha la certezza (ne si conosce il modo) per poter capire quanto efficaci si è stati nella trasmissione dei contenuti.
E voi cosa ne pensate?
Come vi preparate quando affrontate il pubblico? i vostri clienti? i vostri collaboratori?
Buona settimana
è tutto un gioco di strategia!
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