Quando parliamo con qualcuno creiamo automaticamente un rapporto con il nostro interlocutore. Questo rapporto fra chi parla e chi ascolta si crea naturalmente e senza consapevolezza (il più delle volte).
Dunque, fra le due (o più) persone che si conoscono (o meno), durante una semplice conversazione si può generare una sintonia... o una distonia.
Nel caso della sintonia, possiamo dire che nella comunicazione si è generato un "rapport".
Facciamo un esempio:
Osservando delle persone che siedono insieme ad un tavolo (in pizzeria, in un bar o in ufficio), si possono notare rispecchiamenti, cioè degli atteggiamenti del corpo, comuni nei gruppi di queste persone:
1. modo di stare seduti
2. atteggiamento ed espressione
3. posizione mani e braccia (sepecie i più giovani)
etc.
“Rapport” significa quindi ricalcare la realtà della persona con cui siamo in sintonia (non sempre lo facciamo consapevolmente) o con cui vorremmo comunicare.
Ponendo l'attenzione su quest'ultimo punto possiamo infatti individuare quante volte noi stessi assomigliamo ad alcuni interlocutori (con cui abbiamo un profondo rapporto di sintonia) nel modo di parlare, nella postura, nel gesticolare, ecc.
Detto ciò, possiamo quindi individuare un'efficace strategia per diventare buoni comunicatori.
Non sto certo pensando di consigliarvi di scimmiottare i vostri interlocutori, ma pensate un pò cosa potrebbe accadere se iniziassimo durante una conversazione a porre la nostra attenzione all'osservazione della postura del nostro interlocutore, cercando così di attivare il rapport con lui.
Ricordiamoci che anche il nostro corpo ha un suo linguaggio, che deve essere capito dal mio interlocutore. Perché ciò avvenga, e solamente se voglio davvero entrare in sintonia con il mio interlocutore, devo prima ascoltare, osservare e comprendere il suo linguaggio "fisico".
“Non possiamo risolvere i problemi
usando lo stesso tipo di pensiero usato nel crearli”
(A. Einstein)
(A. Einstein)
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